
Gestire il progresso Difendere il trono
€22.00
Disponibile
Dopo gli anni 1848-49, nel Ducato di Modena e Reggio, lo stesso sovrano segue a creazione di uno studio ibrido, governato come un collegio militare ma concepito per educare e formare un’élite di funzionari pubblici che rispondesse al modello di “vero cristiano, suddito riconoscente e cittadino utile”.

Descrizione
Dopo l’ondata rivoluzionaria del 1848-49, negli Stati italiani legati all’impero austriaco si pone il problema di creare una classe dirigente in grado di affrontare le inevitabili sfide poste dalle riforme legislative e dalle innovazioni nel campo delle infrastrutture quali il telegrafo e, soprattutto, la ferrovia. Nel Ducato di Modena e Reggio governato dalla dinastia degli austro-estensi, è lo stesso sovrano a seguire da vicino la creazione di uno studio ibrido, governato come un collegio militare ma concepito per educare e formare un’élite di funzionari pubblici che rispondesse al modello di “vero cristiano, suddito riconoscente e cittadino utile”.
Questo tentativo testimonia un’inaspettata vitalità da parte degli Stati legittimisti, che non si limitano a resistere passivamente al progresso politico ed economico ma cercano di costruire una propria identità culturale al di fuori del mero conservatorismo dell’alleanza trono e altare.
Sullo sfondo di questa vicenda restano gli studenti, protagonisti spesso trascurati dalle ricostruzioni storiche. Schiacciati dalle regole pervasive del convitto, privi di autonomia e allo stesso tempo destinati ad assumersi grandi responsabilità, gli alunni emergono tuttavia con le loro speranze e contraddizioni anche dalle fredde carte della burocrazia scolastica.
Informazioni aggiuntive
| Peso | 0.3 kg | 
|---|---|
| Dimensioni | 15 × 24 cm | 
| Formato: | |
| Pagine: | |
| Anno di pubblicazione: | |
| Collana | |
| Presentazione di: | 
Nessuna anteprima disponibile.



