Classifica dei libri più letti nel 2022
L’editoria vive un momento particolare. Prima di parlare dei libri più letti nel 2022, bisogna fare alcune riflessioni. Per chi pensava che la carta sarebbe sparita, abbiamo una brutta notizia: il libro cartaceo non sparirà. Certo, subirà un ridimensionamento sempre più grande ma non sparirà. E se vediamo i primi libri più venduti del 2022, capiamo che il libro e il digitale sono più connessi di quanto crediamo. A dominare la classifica infatti ci sono due autrici che devono molto del loro successo a TikTok. uno dei social più utilizzati dai teenager. In testa c’è Erin Doom, la scrittrice misteriosa che ha conquistato i giovanissimi (anche grazie a TikTok) Anche lei, come i suoi lettori, ha meno di trent’anni e conosce bene il linguaggio e i mezzi di comunicazione delle nuove generazioni. In questo modo è riuscito così a conquistarle, attraverso due libri densi di emozioni e di romanticismo.
Erin Doom, lo pseudonimo che affascina
Dopo l’esordio su Watppad, Erin Doom ha iniziato a conquistare lettori e lettrici in tutto il mondo e adesso è ai primi posti delle classifiche dei libri venduti. “Occupandomi di altro ho iniziato questo percorso per puro desiderio di condividere con qualcuno la mia passione». Non poteva immaginare «che mi avrebbe portata dove sono ora», ha spiegato, «ma resto fedele a me stessa, e alla privacy, che mi sta molto a cuore». Anche se, ammette, a conoscere la sua vera identità sono più persone: «la mia famiglia, e amici che si contano sulle dita di una mano». Ha iniziato a scrivere dopo il Liceo ma solo favolette e piccoli racconti che alla fine non leggeva nessuno. La voglia di scrivere è arrivata dopo e TikTok è diventato il megafono del suo successo: Grazie al social media orientale «i giovani lettori hanno diffuso il loro apprezzamento per il libro». Il suo libro che sta spopolando è Fabbricante di Lacrime.
Libri più letti: Abstract Fabbricante di Lacrime
Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo.
Una storia che emoziona
Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.
Libri più letti: Madeline Miller e “La canzone di Achille”
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce.
Le ossa parlano di Antonio Manzini
Un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza. L’esame dei reperti, un’indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima. La madre, una donna sola, non si era mai rassegnata.
Una storia struggente
L’ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. Un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, e con il disgusto di dover avere a che fare con i codici segreti di un mondo disumano. Un’indagine che lo costringe alla logica, a un procedere sistematico, a decifrare messaggi e indizi provenienti da ambienti sotterra-nei. E a collaborare strettamente con i colleghi e i sottoposti, dei quali conosce sempre più da vicino le vite private: gli amori spericolati di Antonio, il naufragio di Italo, le recenti sistemazioni senti-mentali di Casella e di Deruta, persino l’inattesa sensibilità di D’Intino, le fissazioni in fondo comiche dei due del laboratorio. Lo circondano gli echi del passato di cui il fantasma di Marina, la moglie uccisa, è il palpitante commento. Si accorge sempre più di essere inadeguato ad altri amori. È come se la solitudine stesse diventando l’esigente compagna di cui non si può fare a meno. Questa è l’indagine forse più crudele di Rocco Schiavone.
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