A ridosso della riapertura della scuola, come ogni anno, fanno seguito fiumi di parole sull’importanza dell’istruzione e della cultura. Un errore comune che spesso si fa è intendere i due termini come sinonimi interscambiabili, mentre questo non è il caso. Facendo un passo indietro, guardiamo cos’è l’una e cos’è l’altra e perché in entrambe risiede un valore incommensurabile, da difendere e coltivare costantemente. La cultura, contrariamente a quanto si pensi, non è il solo insieme delle conoscenze relative a uno o più ambiti. Non è neanche esclusivamente il complesso di conoscenze, competenze e credenze proprie di un individuo, un gruppo sociale o un periodo storico.

La cultura, per definizione è innanzitutto “l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo” (Vocabolario Treccani).

L’importanza dello studio

Studio, esperienza, rielaborazione, conversione e ripensamento delle proprie conoscenze, costruzione e consapevolezza di sé e del mondo: questo è il fulcro della cultura e ciò per cui è ritenuta fondante e indispensabile per l’umanità. L’istruzione, tralasciando le accezioni in campo giuridico e in senso di direttiva, è “l’opera svolta per istruire attraverso l’insegnamento […] e il risultato o frutto di tale attività” (Vocabolario Treccani). Il venire istruiti si riferisce così a quell’opera di educazione, spesso dei giovani, “che si compie in modo sistematico nella scuola” (Vocabolario Treccani).

I tempi moderni e cosa si richiede alla scuola

Dunque, cultura e istruzione sono cose ben distinte, sebbene l’istruzione, e di conseguenza la scuola, siano lo strumento indispensabile e necessario per venire a primo contatto con la cultura e iniziarne l’acquisizione. La scuola ha poi però l’increscioso compito di fare molto più che elargire semplicemente l’istruzione. Questa ha infatti anche il dovere di accompagnare i giovani nella loro crescita personale. Si richiede ai percorsi scolastici la capacità di saper aiutare i ragazzi nella loro formazione a 360°. Il futuro, specie degli attuali neo adolescenti, è sempre più incerto. Si estremizza la loro presunta voglia di non fare, estendendola a chiunque, e il loro non sapere nulla di come gira il mondo.

Si dice costantemente a questi giovani che non sanno più comportarsi a modo e hanno perso ogni valore. Spesso ripetiamo loro che la performance non è tutto, eppure al primo ostacolo siamo gli stessi che li giudicano incapaci. Viviamo in un’epoca storica in cui il valore della diversità viene promiscuamente utilizzato per rafforzare un sinistro accentramento individuale. Le news, attraverso le piattaforme digitali, viaggiano velocissime eppure spesso si perde parte dell’informazione o la notizia stessa, seppellita da considerazioni superflue.  È in questo complesso contesto che oggi si inserisce la funzione della scuola come luogo che non deve limitarsi ad istruire i ragazzi sul passato, il futuro e la conformazione del globo. In questo caotico quadro, la scuola è chiamata a ribadire, affermare e formare giovani in grado di camminare a testa alta e ribaltare ogni pregiudizio.

Il ruolo fondante della scuola

L’ambiente scolastico è il primo in cui i bambini, ad eccezione della propria casa, entrano in contatto per un tempo prolungato con altre persone. È qui che iniziano lentamente a percepire la vastità e la varietà del mondo. Dunque, è importante che sia proprio a partire da qui che comincino ad apprendere che non sono soli, che le loro azioni hanno effetto anche sulle persone che li circondano. La scuola è un centro fondamentale per la trasmissione dei valori. Sui banchi, si apprendere il passato di tutti coloro che hanno cavalcato prima di noi la terra e si cerca di non ripeterne gli errori. È il luogo in cui tra sbuffi, prime amicizie e amori, discussioni con coetanei e insegnanti, si inizia ad avere una visione del mondo non più ristretta alla sola nostra esperienza, ma piuttosto in relazione ad essa.

La scuola come insegnante di valori 

L’edificio scolastico, che può incutere timore o darci un tremendo senso di noia, è lo stesso in cui impariamo a contestualizzare gli eventi e la realtà. Lì impariamo a porci domande, metterci in discussione, aprirci al dialogo e ad una diversità che non sia sinonimo di egocentrismo o discriminazione. Proseguendo nel percorso scolastico, apprendiamo l’importanza e il valore del rispetto, anche verso chi nutre idee assolutamente in contrasto con le nostre.

Viene chiaro il motivo per cui la collaborazione e l’unione siano spesso un punto di forza ma non un incentivo o una giustificazione a dipendere totalmente dagli altri. Si comprende e conosce molto di sé e della propria interiorità. Veniamo a contatto con il concetto di empatia e comprendiamo perché è essenziale e vitale sapersi mettere nei panni dell’altro. A scuola cominciamo a percepire le situazioni in modo soggettivo avendo anche la capacità e la versatilità di cambiare punto di vista.

scuola come maestra di vita

Il valore di un percorso scolastico qualitativo

Fornire un percorso scolastico qualitativo è dunque necessario, essenziale e doveroso per crescere i ragazzi in modo che siano individui e cittadini consapevoli e responsabili. Entrambi questi valori, attraverso ogni fase scolastica, non devono essere circoscritti alla sola sfera personale o sociale, ma comprendere entrambe. Di pari passo, le future generazioni devono essere portate a considerare, capire con occhio critico, sviscerare, ribaltare, cambiare o conservare attivamente sé stesse e il mondo.

È importantissimo quindi difendere la scuola e l’istruzione da tutte quelle cattive abitudini che sfociano poi nella triste espressione “decadenza scolastica”. Pratiche evidenti e spesso concomitanti che impoveriscono e denigrano il ruolo dell’istruzione e che con sempre maggiore frequenza vediamo consolidate nella dispersione scolastica. A sbagliare, spesso insieme, sono tutti gli enti coinvolti. A ragazzo svogliato corrispondono troppe volte genitori che, per eccesso di benevolenza, lamentano con gli insegnanti l’eccessiva severità e docenti incentrati esclusivamente sulla conclusione del programma.

Scuola e insegnanti

Quest’ultimo comportamento è sicuramente incentivato dal vizio di valutare professori ed istituti in base a fattori quali il numero di attività scolastiche completate e di alunni usciti con il massimo dei voti. Ovviamente ogni elemento, compresi questi, può e deve essere preso in considerazione, tuttavia non a discapito e non come valore equivalente di insegnanti e scuole. Teniamo poi presente il conflitto tra salute e performance che dal mondo del lavoro sta dilagando anche in quello scolastico. Ci sarebbe da considerare quindi anche la deprimente questione dei fondi stanziati per le scuole e il salario degli insegnati. Con estrema amarezza, la lista potrebbe allungarsi di molto. Tutto ciò non concorre certamente a un percorso di qualità che sia di aiuto alle future generazioni per autodeterminarsi. Non aiuta neanche quelle più grandi ad avere una valutazione oggettiva, che non veda colpe e svogliatezza solo da una parte.

Cultura e scuola per la costruzione di sé e del futuro

Garantire la qualità della scuola è quindi una questione che riguarda tutti ed è fondamentale per la costruzione di un futuro in cui le persone siano realmente libere e responsabili. L’istruzione, diversa ma innegabilmente intrecciata e permeata dalla cultura, insieme a quest’ultima è il perno e l’ultimo baluardo dell’umanità. Solo attraverso entrambe possiamo avere gli strumenti per capire e conoscere noi stessi e il mondo. È solo attraverso questa conoscenza, congiunta contemporaneamente alla consapevolezza, che si può creare la propria persona e il proprio futuro.  Il futuro però non riguarda solo i singoli, ma l’insieme degli esseri viventi che abitano questo nostro meraviglioso e difficile pianeta, per cui siate attenti e continuate a difendere e nutrire l’albero della conoscenza. La cultura e l’istruzione sono fertilizzanti efficaci ed efficienti, ma hanno bisogno di costante salvaguardia: tutelateli e preservateli, sempre.

(fonte immagine: Yandex.com) 

(articolo di Angelo Dino Surano e Deianira Vaccaro)